DI SALMON DE
BEAUVOIR

È ARDUO COMINCIARE L’ANNO SCOLASTICO CON L’ONERE DI SMENTIRE IL GRANDE WILLIAM (ndr, SHAKESPEARE, per chiarezza, non WINDSOR) CHE COL SUO “NON C’È MONDO FUORI DALLE MURA DI VERONA” PRESE, A NOSTRO AVVISO, UN BEL GRANCHIO. 

DA BRAVI SALMONI, SCROLLATACI LA SABBIA ESTIVA DI DOSSO, ABBIAMO RIPRESO ILNOSTRO CAMMINO, PARTENDO DA VERONA SUD E ABBIAMO TROVATO DEGLI EROI.

La Guida Salmon di Verona Sud

Ed è così che, scivolando per Basso Acquar e costeggiando Viale Piave, ci siamo addentrati a Verona Sud. Sì, perché fin dall’inizio abbiamo capito che trovare un solo nome per questo esteso arcipelago (Borgo Roma, Golosine, Santa Lucia, ZAI…) era davvero troppo riduttivo e così abbiamo fatto appello alla forza dei punti cardinali.

È noto che questa zona negli ultimi anni è stata sotto la lente d’ingrandimento nei maggiori piani urbanistici, scossi soprattutto da (potenziali) investimenti esterni ed interni, volti alla ristrutturazione o alla creazione di più o meno utili nuovi servizi. Ma questo carattere Verona Sud se lo porta dietro da anni. Da quando qui si disputavano le sfide nel velodromo e si è scesi da cavallo per cavalcare il miracolo industriale, da quando si è saliti sul treno della rivoluzione dei trasporti con il polo ferroviario si è arrivati ai magazzini generali e al boom fieristico.

Ah se i muri (o le mura, in questo caso) potessero parlare!

Ma a noi piccoli salmoni, totalmente rapiti dall’affascinante storia del quartiere, l’anima eroica delle realtà associative ci ha fatto battere le pinne a ritmo sincronico. Come gli Gnomi Verdi, adepti della manutenzione del verde, che sbrigano tutte quelle faccende che gli altri non vogliono o non possono fare. Loro escono silenziosamente da La Genovesa, storica eccellenza nazionale di “rigenerazione umana”, come qui si potrebbe chiamare l’uscita dalla alcol e tossicodipendenza. Mentre si insegnano ai bambini le meraviglie degli animali nella Fattoria Didattica (segnatevi la festa d’autunno del 13 Ottobre), si inspira ed espira aria buona (ma non buonissima), rimessa in circolo con nuova potente vitalità. E se di profondità si ha bisogno, spostandosi un poco, si può meditare ancora più a fondo, frequentando Nuova Acropoli, ricetta fusion di filosofia e volontariato che per capirla è necessario provarla (da tenere sott’occhio il calendario di iniziative autunnali e invernali).

Da queste parti abbiamo percepito una capacità innata di generare e rigenerare, di guardare le cose – e le persone – non per quello che sembrano, ma per quello che sono o potrebbero diventare. Come nel caso di Avanguardia, impresa sociale del design che riporta in vita oggetti e materiali con ingegno, passione e chiacchiere di piacere. O il semplice piacere di condividere il fare e il saper fare, come negli spazi di GeneraLab, dove altre magie sono compiute da Le Fate Onlus e D-HUB che mescolano vita e lavoro di donne che vogliono reinventarsi e sviluppare i loro progetti creativi, insieme. Miscugli così potenti che correrebbero il rischio di una caccia alle streghe se fossimo a Salem.

Da Salmoni non potevamo non farci colpire dalle reti (quelle buone!), dei tanti pesci del Mare del Sud. Come quel gruppo di avventurieri di WelfCare – un progetto sparpagliato sull’intero territorio veronese che si è messo in testa di far risolvere i problemi nelle comunità direttamente dalla comunità. Sono testardi e non molleranno facilmente. E questo ci è piaciuto. Loro sono parte di quelli che a Sud hanno deciso di venirci, apposta. Come il cocktail esplosivo di Energie Sociali, una grande famiglia di esploratori dell’umano, una cooperativa che ha messo i ragazzi – quelli che di buche ne hanno saltate parecchie e qualche ramo l’anno preso dritto dritto in faccia – al centro del loro mondo. Questa cooperativa si è trasferita da Veronetta a Verona Sud; ha scelto un condominio proprio dietro i grossi supermercati, lo ha rigenerato chiamandolo “Il Borgo”, ci ha impiantato una biblioteca di quartiere, dei negozi, tante famiglie e ha suonato i tutti i campanelli per presentarsi. E vi aspettano a pranzo se volete conoscerli.

Qui si sono recentemente impiantati due musei unici nel loro genere: il MusaLab – dedicato agliangeli custodi del teatro Dario Fo e Franca Rame (si a Verona, non a Milano, non a Roma, proprio a Verona!) – e il Children Museum, primo museo interattivo dedicato al bambino che con questa scusa permette anche ai grandi di ritornare a scoprire le cose.

E mentre pedaliamo carichi di questi entusiasmi, sentiamo la spinta di quella mano invisibile, quella realtà che è stata pioniera nel portare cultura quaggiù, quell’Interzona che, partita come una missione solidaristica in yugoslavia durante la guerra, ha insegnato a tanti il potere del fare le cose, di non aspettare che arrivino, di costruirsele. 

C’è un vento strano in Basso Acquar finché torniamo indietro dalla nostra esplorazione. È il vento della discesa, in parte. Ma è soprattutto un vento denso, elettrico, frizzante. Come quello prima di una tempesta. Un’altra esplorazione è finita – o forse, appena, appena cominciata? – e torniamo a ri-sponsare. Troveremo ancora i vecchi amici e gli stessi miscredenti, ad aspettarci.

Dormiamo, sogniamo un dialogo con il buon vecchio William, glielo diciamo che si è sbagliato, che fuori dalle mura di Verona c’è davvero tanto e tanto da conoscere ancora. A suon di aforismi, lui ci guarda fisso negli occhi e ci riporta la sua verità: «Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognano nella vostra filosofia». E questa volta, siamo d’accordo.